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Brand Identity: come costruire e creare una relazione efficace con il cliente

A Impresa Radio Network il giorno giovedì 2 novembre sarà in diretta con noi dalle 14 Valentina Iozza, designer, residente a Roma e specializzata in Comunicazione d’impresa.  Due passioni in  un lavoro, laurea in Marketing e specializzazione in Interior Design.

Valentina Iozza

Valentina Iozza

In questi anni ha ristrutturato appartamenti sia in piccoli centri storici che in palazzi degli anni 70 e quello che contraddistingue i suoi progetti è l’ottimizzazione degli spazi e l’utilizzo di arredi multifunzionali.

Sul piano comunicazione ha lavorato per aziende che operano in settori come la moda, lo spettacolo e il beauty, e negli ultimi anni si è specializzata nel digital marketing, perché la comunicazione con l’avvento dei social e con la pandemia poi si è completamente trasformata, sia nel modo che nei canali che vengono utilizzati.

Oggi più che mai la comunicazione risulta uno strumento da cui nessuna attività può prescindere. La concorrenza è tanta, i clienti sono sempre più informati e si rende sempre più indispensabile costruire la giusta strategia per poter competere ed emergere nel mercato.

Potrete ascoltare l’intervista in diretta DAB+, FM o Visual radio e streaming su www.antennaunoradio.com

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Da cosa iniziare per costruire una strategia di marca?

Per prima cosa è necessario costruire una brand Identity, ovvero un’identità di marca. Se si considera l’identità di una persona, questa è l’insieme delle caratteristiche fisiche e psicologiche che la contraddistinguono e la definiscono. Per un brand l’identità serve ad esprimere la propria unicità ed a differenziarla sul mercato. La costruzione dell’identità di marca è un processo fondamentale, che deve essere ben pianificato e gestito.

Da cosa è composta l’identità di marca?

Kapferer, professore e autore che ha segnato la storia dei modelli di branding negli anno 80, ha indicato, nel prisma che prende il suo nome, 6 caratteristiche principali che costituiscono l’identità:

  1. caratteristiche fisiche: gli elementi oggettivi e visibili della marca, cioè cosa offre;
  2. relazione: il valore aggiunto della marca;
  3. riflesso: il tipo di target che viene associato alla marca;
  4. personalità: il carattere, elemento fondamentale per distinguersi ed essere riconoscibile; il tone of voice con cui comunichiamo ai nostri clienti e
  5. universo culturale: i valori di cui il brand si fa portavoce;
  6. rappresentazione: la percezione interiore del consumatore.

Come possiamo applicare il prisma di Kapferer?

Il modello prisma permette di costruire un’identità di marca che si può applicare ad un prodotto, un’azienda o anche a un brand personale. Dobbiamo iniziare innanzitutto rispondendo a queste sei domande:

  1. cosa offro?
  2. con che tono di voce comunico?
  3. come diventano le persone che usano il mio brand?
  4. qual è il carattere del mio prodotto?
  5. quali valori percepiscono le persone? 
  6. come si sente chi ha acquistato il mio prodotto o servizio?

Una volta che abbiamo dato una risposta a tutte queste domande abbiamo definito la nostra immagine ed è quindi arrivato il momento di pianificare una strategia di marketing, decidere cosa, a chi e come si vuole comunicare al cliente.

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A questo punto parliamo di comunicazione. Come comunicare l’identità di marca?

Quando mostri la tua attività devi comunicare in modo efficace chi è il tuo brand.

  1. Devi ascoltare il tuo pubblico. Focalizzati sul target di riferimento e individua i suoi reali bisogni.
  2. Imposta una strategia per i tuoi contenuti. Usa blog, social e canali offline per parlare del valore del tuo marchio e dei tuoi prodotti e fai una pianificazione dei contenuti.
  3. Crea una relazione con i tuoi clienti e personalizzarla creando occasioni per soddisfare le esigenze del consumatore e produrre fidelizzazione. Coinvolgi in modo attivo le persone, crea un rapporto di fiducia che porti a recensioni positive e al passa parola.

Ascoltare e creare una relazione con i clienti. Come?

I consumatori non danno più importanza alla componente funzionale dei prodotti ma li acquistano per i valori che trasmettono e per i mondi narrativi che riescono a generare. Per questo motivo, le marche devono comunicare in modo efficace i propri valori, in cui i consumatori possano riconoscersi. 

Per questo quando si parla di comunicazione di un brand i fa ricorso allo Storytelling, che con le proprie caratteristiche, riesce ad arricchire le marche di valori, miti e narrazioni, che attraggono i consumatori e li coinvolgono nel racconto di marca. Bisogna riuscire a trasformare i valori in una narrazione.

Facciamo un esempio di storytelling

Mulino Bianco, marchio di prodotti da forno, facente parte del gruppo Barilla è decisamente un maestro dello storytelling, infatti racconta in modo genuino e spontaneo la quotidianità di una famiglia qualunque. 

Ecco, il gancio emotivo è proprio questo, infatti quella famiglia potrebbe essere quella di chiunque e l’efficacia narrativa è proprio nella semplicità con cui viene eseguito lo storytelling.

In pochi secondi si racconta una storia che ci riporta alla mente un ricordo, ci fa empatizzare con il presente, magari mentre stiamo preparando la colazione per i nostri bimbi oppure ci fa immaginare la famiglia che vorremmo avere in futuro. 

Non a caso si usa in modo colloquiale e un po’ ironico l’espressione avere la Famiglia del Mulino Bianco proprio per descrivere una famiglia felice e perfetta.

Come utilizzare lo storytelling nei social?

Prima di tutto è importante precisare che ogni social ha il suo target, il suo modo di comunicare e le sue logiche dovute anche agli algoritmi che ci sono dietro.

Andando per linee generali su Facebook è più semplice narrare storie in cui il testo rafforza le immagini e viceversa, su Instagram invece è necessario preferire uno stile focalizzato sul tema visivo. Capitolo a parte per Twitter e LinkedIn, che hanno più un taglio informativo e professionale.

Non si possono quindi pubblicare gli stessi contenuti su tutti i Social, ma occorre ricordare che raccontare in modi diversi non vuol dire cambiare la storia di base che si vuole narrare. I messaggi devono mantenere la coerenza narrativa su tutti i canali utilizzati ma si devono allo stesso tempo differenziare. Anche le stesse immagini devono essere confezionate ad hoc per ogni piattaforma utilizzata, non solo per le dimensioni ma anche nella grafica, nel visual, nel modo in cui comunicano. Solo così i contenuti visivi possono rispondere alle logiche specifiche di ogni canale e raggiungere l’obiettivo.

Come capire se la nostra strategia funziona?

Oltre al feedback immediato, quello più tangibile di recensioni, commenti, follower e contatti da parte dei clienti è sempre necessario misurare le nostre attività di marketing on line, attraverso gli analytics.

Attraverso i dati generati dai social si possono effettuare analisi davvero profonde rispetto ai comportamenti del pubblico e alle performance e al posizionamento online di singoli profili, personaggi, brand, aziende, oltre a studiare il dibattito esistente in rete su specifiche tematiche e argomenti. L’analisi dei dati è necessaria per comprendere e migliorare le performance di pagine e utenti.

Per fare tutto ciò molto spesso ci si affida a parenti o amici o si procede in autonomia, pensando di avere tempo sufficiente e competenze per portare avanti la propria attività e contemporaneamente fare comunicazione d’impresa. In questo modo però si rischia di non raggiungere gli obiettivi prefissati e di spendere soldi senza ottenere un ritorno. 

Consiglio sempre di affidarsi a professionisti, di fare una pianificazione e di dare continuità alle attività di marketing perchè oggi più che mai è fondamentale arrivare ai nostri clienti nella maniera corretta e lavorare sulla relazione. La concorrenza è tanta e i consumatori sono sempre più informati e le vecchie modalità di fare impresa non sono più sufficienti.

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